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Pazienti e medici di fronte al conflitto: una parola da non temere


Pazienti e medici di fronte al conflitto: una parola da non temere

Due incontri formativi organizzati dalla cooperativa Fratelli è Possibile di Santarcangelo per ristabilire le relazioni di fiducia attraverso l'intelligenza emotiva.
Scontro, distruzione, bomba, guerra: nel nostro quotidiano, quante volte utilizziamo il lessico tipico di un contesto bellico per descrivere le più diverse situazioni? E quanto queste parole ci fanno paura per ciò che sottintendono?

Da anni Sara Bonacini, formatrice, consulente e mediatrice, assieme allo staff del servizio workf@re della cooperativa Fratelli è Possibile, lavora proprio sul tema del conflitto, aiutando le persone a svuotarlo della connotazione più problematica, e sottolineandone invece il potenziale: conflitto, quindi, come opportunità per migliorare se stessi e le relazioni che intrecciamo in famiglia, sul lavoro, ovunque.

E uno dei contesti dove lo ‘scontro' si è maggiormente acuito negli ultimi anni, dalla pandemia in avanti, è quello sanitario: pazienti da una parte della barricata, medici dall'altra, in un crescendo di relazioni faticose. Per questo, dietro intuizione e richiesta di Antonella Dappozzo, direttrice dell'Unità operativa Cure Primarie di Rimini e Riccione e in accordo con i medici di medicina generale referenti della formazione, sono stati organizzati due momenti formativi e laboratoriali nel mese di maggio, aperti a tutti i medici di base di medicina generale della provincia di Rimini.

I medici vivono un momento di difficoltà: dal Covid in poi il paziente richiede molto dal proprio medico - spiega Sara Bonacini -. Si respira un'aria molto tesa: c'è aggressività, c'è ‘pretesa'. E questo rischia di creare un circolo vizioso che coinvolge tutte e due le parti. Da un lato il paziente che pretende: ‘Dammi la ricetta'; dall'altra il medico ‘sfinito' che non riesce più ad ascoltare”. Uno dei cardini attorno ai quali è ruotato il duplice incontro formativo è stato pertanto quello dell'intelligenza emotiva: la capacità di mettere in atto un ascolto profondo, di prevenire e gestire la conflittualità con tecniche negoziali specifiche: “Strumenti preziosi per costruire una relazione positiva, proprio perché il benessere non è solo la ricetta e gli esami del sangue, ma rientra anche nell'ambito di una relazione di fiducia”.

Il primo incontro (13 maggio) è stato di tipo teorico e ha toccato temi importanti come saper leggere il conflitto, analizzarlo, prevenirlo. E poi gestirlo in maniera costruttiva. “Abbiamo messo in luce le barriere che impediscono o indeboliscono l'ascolto, la capacità di restare assertivi rispetto invece a uno stile passivo-aggressivo. Sono state spiegate anche specifiche tecniche di negoziazione per rapportarsi coi pazienti, infine sono stati messi in scena, davanti a circa un centinaio di medici, alcuni conflitti ‘classici' medico-paziente”.

Il secondo incontro (27 maggio) invece è stato improntato sulla laboratorialità: i contenuti emersi dall'incontro precedente sono stati tradotti in azione e agiti attraverso esercitazioni esperienziali e simulate al fine di acquisire e integrare nuovi modelli di comportamento.

L'incontro è stato molto apprezzato: i medici stessi lo hanno vissuto come una ‘sfida' e si sono messi in gioco”. Era la prima volta che i medici venivano invitati a riflettere su questi temi in una formazione improntata non su argomenti tecnico-sanitari, ma di stampo trasversale, fatta cioè sia di soft skills che di life skills. “L'intuizione dell'Asl è stata importante e molti medici hanno apprezzato questo approccio, esprimendo il desiderio di continuare a lavorare su queste tematiche e in queste modalità” conclude Bonacini.


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