Alluvioni ed edilizia: come cambia il rapporto tra i cittadini e le loro case
Le alluvioni che hanno bersagliato la Romagna in questi mesi hanno allagato edifici e abitazioni, in alcuni casi anche per tre volte di seguito, come nel quartiere Borgo di Faenza. Oltre alle conseguenze più immediate e drammatiche, ci sono da considerare le ripercussioni sul concetto stesso di abitare. Riccardo Casamassima, direttore della cooperativa di abitazione Coabi di Faenza, dà questa lettura: “C'è grande amarezza, una sensazione di impotenza e scoraggiamento. La priorità immediata è non abbandonare le persone colpite e mettere in sicurezza il territorio, a partire dal Marzeno: sono d'accordo con la posizione di rottura del sindaco Isola, bisogna dare un segnale forte e agire. Servono strumenti per ripartire, ripensando regolamenti e procedure per favorire gli interventi di messa in sicurezza o di riprogettazione delle abitazioni nelle zone a rischio”.
Le possibilità sono molteplici, secondo Casamassima: “Si può ragionare su un trasferimento di volumi: si demolisce l'esistente non più agibile e lo si ricostruisce altrove. È una soluzione dispendiosa e complicata, specie per quanto riguarda i condomini, dove ci sono tanti proprietari da mettere d'accordo. Oppure si potrebbero innalzare di un piano gli edifici, adeguandoli sismicamente, per lasciare a pianterreno solo i servizi - aggiunge -. In ogni caso, qualunque sia la strategia, il costo di queste operazioni non può ricadere sulle persone colpite, come ha invece ipotizzato un ministro del Governo proponendo l'obbligo delle polizze assicurative. Serve anzi un sistema di detrazioni per gli alluvionati: il Comune di Faenza a breve approverà il Pug, Piano urbanistico generale, e questa può essere l'occasione per inserire norme ad hoc”.
Il tema della casa per le zone alluvionate si inserisce in un contesto immobiliare che vede uno spostamento verso l'affitto piuttosto che la proprietà. “È un cambiamento evidente - conferma il direttore -: chi ha una certa età, di norma, ha già una casa; i giovani e i lavoratori da fuori invece, molto più mobili, tendono a non voler o non poter comprare. Ma costruire o ristrutturare per mettere in affitto è un investimento possibile solo a società profit con grandi capitali. Case in affitto a prezzi sostenibili e concordati richiedono un programma che coinvolga operatori e imprese locali, istituzioni, con contributi mirati e una normativa incentivante”.
Per quanto riguarda Coabi, fortunatamente le attività della cooperativa non sono state colpite dall'alluvione: “Il nostro intervento principale è a Faenza è in via Masoni, vicino alla stazione, una zona che è sempre stata al sicuro - spiega -. Il progetto di recupero dell'ex sede Usl prevede 16 appartamenti in classe A con parcheggio, logge e balconi: abbiamo già 10 prenotazioni, ne restano 6 disponibili. I lavori procedono bene: stiamo già facendo gli impianti, entro dicembre avremo finito infissi, esterno, tetto e fotovoltaico in copertura. Verso fine febbraio contiamo di finire”.
In generale per chi desidera acquistare una casa il momento sembra favorevole: “I tassi dei mutui stanno scendendo. Inoltre - conclude Casamassima - i nostri immobili hanno un prezzo mediamente più basso rispetto ad altri, grazie al fatto che siamo una cooperativa e non abbiamo un utile privato, né azioni o dividendi. E per via Masoni ci sono anche delle ottime condizioni di mutuo”.