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Consorzio Blu: 'Concentrati sul rinnovo del Ccnl Cooperative Sociali e sull'accreditamento'


Consorzio Blu:
L'amministratore delegato Pio Serritelli fa il punto sull'andamento del 2023 e racconta su cosa sarà rivolta l'attenzione del gruppo cooperativo nel prossimo anno

“Il 2023 si è chiuso in crescita, così come gli anni precedenti, ed è stato un anno più semplice dal punto di vista operativo per il superamento della fase di emergenza sanitaria. Chi, come noi, gestisce un numero elevato di posti residenziali ha vissuto l'esperienza covid in modo stressante e l'allentarsi delle restrizioni è stata accolta positivamente. Per quanto ci riguarda, la diversificazione, sia territoriale che di attività, ha consentito di contenere e reggere al meglio le difficoltà”. Pio Serritelli, amministratore delegato del Consorzio Blu di Faenza, sintetizza con queste parole gli ultimi 12 mesi di lavoro del consorzio del quale fanno parte le cooperative sociali In Cammino, Ancora e Aretè oltre ad alcune società partecipate.

Il Consorzio Blu dà lavoro a circa 5000 persone gestendo 120 servizi socio-sanitari, educativi e di inserimento lavorativo in diverse regioni del Centro Nord del paese. “È chiaro che il momento è complesso, il tema dei costi è noto e riguarda sia gli aspetti dell'energia che l'approvvigionamento di beni e servizi. Nonostante questo - sottolinea Serritelli - abbiamo garantito e mantenuto un equilibrio sostenuto dalle attività di consolidamento e sinergia poste in essere negli anni precedenti”.

Nel 2024 l'attenzione del gruppo cooperativo sarà rivolta alla gestione di due macro questioni, fondamentali per il settore: la prima riguarda l'adeguamento del Ccnl Cooperative Sociali, la seconda l'accreditamento delle strutture socio-assistenziali con la Regione Emilia-Romagna.

“Per quanto riguarda il contratto collettivo che ci aspettiamo venga approvato nel 2024, non abbiamo dubbi sulla necessità dell'adeguamento retributivo per i lavoratori. La questione determinante è come assicurarci le risorse per sostenere questo adeguamento. Il tema reale, quindi, non è se sia giusto o no riconoscere incrementi retributivi, perché la risposta è sicuramente sì, ma in che modo potremo sostenere questo maggior onere dei costi del personale che per le nostre realtà rappresentano almeno il 70% della spesa” spiega Serritelli. 
 
L'altra questione che interessa i servizi in Emilia-Romagna è appunto l'accreditamento: “Sembra che siamo di fronte a un ripensamento delle regole che però non può prescindere da una profonda revisione delle modalità di gestione del welfare, dell'ospedalizzazione e di tutti gli aspetti a essi correlati - evidenzia l'amministratore delegato -. La sensazione, forte, è che l'intero sistema che fino ad oggi ci ha consentito di garantire una tutela sostenibile alla persona sia da riconsiderare completamente” conclude.


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