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Socio-sanitario: 'Il nuovo accreditamento regionale sia frutto di un lavoro congiunto'


Socio-sanitario:
Antonio Buzzi, presidente di Confcooperative Federsolidarietà Emilia-Romagna, spiega cosa va cambiato del modello di gestione delle strutture socio-sanitarie e assistenziali

Il 31 dicembre del 2024 è scaduto, in Emilia Romagna, il sistema regionale di accreditamento dei servizi socio-sanitari residenziali, diurni e domiciliari per le persone con disabilità e anziane non autosufficienti, introdotto con la Dgr 514 nel 2009. Sempre a dicembre 2024, il giorno 16, il Governo ha approvato nel Ddl Concorrenza una norma che ha sospeso la legge nazionale sugli accreditamenti fino alla fine del 2026, per poter riorganizzare il sistema a partire da una nuova legislazione nazionale. Il sovrapporsi di questi accadimenti ha generato dubbi sulla possibilità di proseguire con il rinnovo della disciplina regionale.

La sospensione della nuova delibera regionale

La Giunta dell'Emilia-Romagna aveva già emanato nel mese di luglio una delibera che stabiliva i nuovi criteri richiesti e le nuove procedure di accreditamento sociosanitario (Dgr 1638 - luglio 2024), delibera attualmente sospesa in attesa che gli approfondimenti legislativi condotti dalla Regione riescano a definire la questione. “Pare ormai abbastanza chiaro che ragioni di legittimità (il rispetto della gerarchia delle fonti) e di opportunità (rimanere allineati con le nuove previsioni che saranno introdotte dalle modifiche nazionali) portino a una sospensione dell'intera disciplina fino alla fine del 2026 - spiega Antonio Buzzi presidente Federsolidarietà Emilia-Romagna e presidente del Consorzio Solco Ravenna -. Fino ad allora rimarranno in vigore le precedenti direttive”.

L'appello della cooperazione

Confcooperative Federsolidarietà regionale, insieme alle altre centrali cooperative, gestisce oltre il 70% del servizio pubblico socio sanitario accreditato. “A nostro avviso il Dgr di luglio 2024 presenta molte criticità. Per questo abbiamo chiesto all'assessora regionale al Welfare, Isabella Conti, di prendere in esame i punti di vista della cooperazione. L'appello è stato ascoltato con interesse e dovrebbero seguire ulteriori confronti tra le parti. Siamo contenti di questo tempo concesso che speriamo si trasformi in un'opportunità per far sì che il nuovo sistema di accreditamento tenga conto delle criticità del sistema, delle difficoltà degli enti gestori e dei bisogni della popolazione - continua Buzzi -.  L'accreditamento scaduto a dicembre è un sistema che ha ormai 15 anni. Non rispecchia più l'attuale bisogno di utenti e caregiver, e si è dimostrato troppo rigido davanti a nuove esigenze e bisogni di innovazione”.

Le criticità strutturali

Le criticità maggiori segnalate dalle cooperative sono state: la carenza di una programmazione strategica che tenga conto dell'analisi demografica ed epidemiologica della popolazione; la necessità di elaborare soluzioni condivise per rimediare alla mancanza strutturale di personale; l'assenza di una valutazione economica della ricaduta delle scelte effettuate sulle tariffe per i servizi in accreditamento; la rigidità del modello che pone in sicurezza chi riesce a ricevere i servizi, ma che lascia una gran parte della popolazione nella condizione di dover trovare altre soluzioni privatamente; la non adeguata attenzione al reddito e al patrimonio degli utenti nella definizione delle tariffe; l'impossibilità di recepire le modifiche derivanti dalle innovazioni; l'eccessiva burocratizzazione.

Le criticità più tecniche

“È importante, in questa fase, poter avere un confronto aperto su alcune questioni tecniche, perché il rischio è che vengano richieste azioni impossibili da realizzare - aggiunge Buzzi -. Un esempio è l'aumento delle ore infermieristiche previste dal nuovo disciplinare. Questa misura è sicuramente necessaria, ma dimostra come non si tenga conto della reale situazione in cui versa il sistema socio sanitario: non ci sono infermieri. Altro aspetto che abbiamo segnalato è che nonostante l'introduzione di cartelle socio-sanitarie digitali dal 2015, ancora manca un collegamento digitale tra gestori e pubblica amministrazione. Siamo fiduciosi che la Regione prenderà in esame le nostre richieste e auspichiamo che il nuovo sistema di accreditamento della Regione Emilia-Romagna sia il risultato di un lavoro congiunto”.


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