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Presidio territoriale asset centrale per la tenuta e lo sviluppo delle comunità


Presidio territoriale asset centrale per la tenuta e lo sviluppo delle comunità
Oltre 160 ospiti al convegno della Federazione BCC Emilia-Romagna a Cesenatico. Sportelli del Credito Cooperativo in crescita del +3,1% nell'ultimo quinquennio a fronte di un -19% delle altre banche
Trasformazione tecnologica e digitalizzazione dei servizi sono imprescindibili per rispondere alle necessità di un mondo che cambia e che chiede al credito risposte sempre più rapide ed efficaci. Ma il digital da solo non basta: senza prossimità anche geografica, senza presidio del territorio, senza relazioni durature nel tempo che solo le Banche di Credito Cooperativo sanno creare e mantenere, vengono meno i pilastri che hanno sorretto il tessuto economico e sociale regionale nell'ultimo, difficile, quinquennio e sui quali si costruisce il futuro. È questo il messaggio lanciato dalla Federazione BCC dell'Emilia-Romagna questa mattina al Grand Hotel Da Vinci di Cesenatico in occasione del convegno “Il valore della prossimità. Il Credito Cooperativo a cinque anni dalla costituzione dei Gruppi Bancari Cooperativi. Bilanci e prospettive”.

Oltre 160 le persone presenti, con la partecipazione dei rappresentanti delle Istituzioni e del mondo economico, all'evento condotto dalla giornalista Federica Mosconi, che ha acceso i riflettori sugli impatti della cooperazione di credito in Emilia-Romagna nell'ultimo quinquennio, dalla nascita dei Gruppi Bancari Cooperativi a oggi, e sulle sfide che le BCC si troveranno ad affrontare nell'immediato futuro, a partire dalla profonda innovazione che porterà con sé l'arrivo dell'Euro Digitale, oggetto di un ampio approfondimento a cura della vicedirettrice generale della Banca d'Italia, Chiara Scotti.

Diversi gli spunti emersi anche dalla tavola rotonda dal titolo “Il Credito Cooperativo e il contesto socio-economico: bilanci e prospettive” moderata da Davide Nitrosi (vicedirettore Quotidiano Nazionale) con ospiti Augusto dell'Erba (presidente Federcasse), Fabiola Di Loreto (direttore generale Confcooperative), Giorgio Fracalossi (presidente Gruppo bancario Cassa Centrale), Giuseppe Maino (presidente Gruppo BCC Iccrea), e Valerio Veronesi (presidente Unioncamere Emilia-Romagna).

“In un'epoca che corre velocemente verso la digitalizzazione di ogni aspetto della vita, compreso il lavoro, si potrebbe pensare che l'interazione a distanza abbia sostituito la necessità della prossimità fisica, a maggior ragione in un mondo come quello economico e del credito, ma non è così - ha commentato il presidente della Federazione BCC dell'Emilia-Romagna, Mauro Fabbretti, nel suo saluto di apertura -. A dirlo sono i dati nazionali e regionali che dimostrano come, anche nell'attività bancaria, la prossimità immateriale offerta dalle interazioni digitali sia una condizione sì necessaria ma non sufficiente a garantire stabilità e sviluppo alle nostre comunità: il presidio territoriale continua ad essere sempre di più un asset centrale per il futuro”.

La conferma arriva dall'analisi introdotta da Sergio Gatti, direttore generale di Federcasse, e presentata da Maria Carmen Mazzilis, responsabile project management Office, Servizio Analisi Economica e Statistiche Creditizie di Federcasse, “L'impronta del Credito Cooperativo sull'Emilia-Romagna (Rapporto 2019-2023)”: “Il modello delle BCC parte dall'ampia rete territoriale, passa per la costruzione di un duraturo rapporto relazionale con la clientela e porta al sostegno delle famiglie e delle imprese del territorio - spiega Mazzilis -. Ogni anello di tale catena è risultato fondamentale alle nostre banche di comunità che nell'ultimo quinquennio hanno sostenuto famiglie e imprese, a maggior ragione in Emilia-Romagna colpita più volte negli ultimi mesi dalle alluvioni. Come le evidenze quantitative confermano, le BCC dell'Emilia-Romagna hanno fornito un supporto maggiore rispetto alle banche aventi altra natura giuridica ai soci e ai clienti, riuscendo contestualmente ad accrescere la capacità reddituale e la solidità patrimoniale per permettere anche alle future generazioni di lasciare ‘impronte' positive per lo sviluppo integrale del territorio”.

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