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Il futuro? Tra creatività, immaginazione e risposta ai bisogni


Il futuro? Tra creatività, immaginazione e risposta ai bisogni
L'analisi di Guido Caselli, direttore del Centro studi di Unioncamere Emilia-Romagna, al congresso di Confcooperative Romagna

Guido Caselli è il direttore del Centro studi di Unioncamere Emilia-Romagna. Esperto in analisi dei sistemi territoriali, è anche un acuto studioso dei cambiamenti economici e sociali. All'assemblea congressuale di Confcooperative Romagna, partendo dai dati economici oggi disponibili, ha disegnato un quadro per il futuro del territorio che racconta di nuove professioni e bisogni emergenti. Ne riportiamo di seguito un estratto.

“La Romagna nel 2024 crescerà più dell'Italia, anche più dell'Emilia. Ma è una crescita molto piccola se confrontata a quella di grandi economie europee e mondiali. A tenere è soprattutto il settore dei servizi, con apporto del turismo, e l'occupazione in generale; a soffrire di più l'agricoltura, le costruzioni, il commercio e alcuni settori della manifattura. La cooperazione romagnola ha aumentato il fatturato del 12%, ma ha perso redditività per il 5%.

Siamo sospesi tra ‘non più' e ‘non ancora'. I vecchi metodi non funzionano più ma non ne abbiamo ancora trovati di nuovi. Il futuro arriva attraverso momenti di rottura e discontinuità - esterni, come le guerre o le alluvioni, oppure interni -. E sarà un futuro ricco di opportunità per chi vorrà mettersi in gioco, sperimentare. I settori in cui oggi si sta sviluppando nuovo lavoro per la maggior parte sono siglati ‘Nca' ossia ‘non classificabile altrimenti': significa che ciò che ci serve ora non risponde ai criteri che abbiamo usato fino ad oggi. Prepariamoci a un mondo in cui tante attività umane verranno svolte da algoritmi, perché non c'è gara. Però ci sono tanti altri lavori in cui è richiesta capacità di immaginazione, creatività, ricerca di senso: qui l'essere umano è insostituibile.

L'altro grande tema, la vera emergenza dei prossimi anni, è il calo demografico. Nel 2042 la Romagna avrà 15mila bambini in meno e 100mila anziani in più. Ogni 100 bambini oggi abbiamo 200 anziani, saranno 303 nel 2042. È un dato con aspetti positivi, significa che la qualità della vita sale. Lo stesso vale per la presenza di stranieri, che è positiva e necessaria. Però bisogna farsi trovare preparati.

Altra conseguenza è il problema della solitudine. Qui l'economia sociale gioca un ruolo indispensabile: la cooperazione è in grado di impegnarsi su tantissimi fronti se resta unita, perché sa avere cura del territorio, delle persone, delle imprese più vulnerabili”.


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