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Allarme plastica in agricoltura: 12,5 milioni di tonnellate di materiale non biodegradabile usati in un anno


Allarme plastica in agricoltura: 12,5 milioni di tonnellate di materiale non biodegradabile usati in un anno
La Fao chiede un incremento delle bioplastiche: le soluzioni di Idrologica per l'agricoltura

La plastica in agricoltura è un problema serio. La Fao, l'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'alimentazione e l'agricoltura, ha lanciato l'allarme: nel solo 2019 per la coltivazione della terra, l'allevamento, la pesca e l'acquacoltura, sono stati utilizzati 12,5 milioni di tonnellate di prodotti in plastica, a cui vanno aggiunti 37,3 milioni di tonnellate, il triplo, per gli imballaggi alimentari. È quanto emerge dal report “Valutazione delle plastiche agricole e della loro sostenibilità: un appello all'azione”, con cui la Fao mette in guardia dall'azione inquinante di questi materiali, che danneggiano l'intero ecosistema e dunque anche la salute umana.

Il report approfondisce anche i diversi usi agricoli per cui la plastica è più utilizzata: le serre ne impiegano 3,5 milioni di tonnellate, i film per la pacciamatura 2,5 e, al terzo posto di questa “classifica”, ci sono i film di protezione delle balle di foraggio, che richiedono 1,4 milioni di tonnellate di plastica.

La plastica in agricoltura rappresenta un problema sempre più importante per l'ambiente e per l'agricoltura stessa - conferma Claudio Tassinari, responsabile commerciale di Idrologica, realtà faentina specializzata in irrigazione e difesa delle colture -. La plastica può contaminare i suoli e le acque sotterranee e di superficie, può essere dannosa per fauna selvatica. E per l'agricoltore comporta anche notevoli costi di smaltimento”.

Per mitigare gli effetti inquinanti sull'ambiente, oltre a migliorare i vari processi di riciclo dei materiali plastici, la Fao auspica un aumento dell'uso di film e di altri materiali realizzati con bioplastiche, ossia materiali biodegradabili ed ecologici. “Con Idrologica proponiamo diverse soluzioni di questo tipo - evidenzia Tassinari -, a partire dalle protezioni biodegradabili per le piante. Sono prodotte con un polimero biodegradabile, chiamato Terralix, composto da polifenoli, lignina e fibre di legno estratti dalla corteccia degli alberi e da altri scarti forestali provenienti da foreste gestite in modo sostenibile. Terralix è sviluppato appositamente per l'uso in agricoltura - aggiunge -, non rilascia residui o microplastiche e si degrada a contatto con il terreno, garantendo 2 anni di utilizzo”. Con la stessa bioplastica in Terralix viene prodotto anche il tubino per le legature, commercializzato sempre da Idrologica.


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