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sabato 26 Aprile, 2025

Il libro del mese – Quando gli emigranti eravamo noi

Il libro del mese – Quando gli emigranti eravamo noi

"Il nodo nella scarpa: dalla Valmarecchia alle miniere del Belgio e ritorno" di Antonio Valenti

“Il nodo nella scarpa: dalla Valmarecchia alle miniere del Belgio e ritorno”, di Antonio Valenti, edizioni Il Ponte di Rimini, ci racconta la storia di tanti italiani andati a lavorare in miniera in Belgio, all’inizio degli anni Cinquanta del secolo scorso.

Antonio ha appena compiuto 28 anni, e come regalo di compleanno si concede un viaggio in Belgio. In realtà non è una vacanza ma un viaggio della speranza, in cerca di lavoro e per sfuggire dalla miseria. Inizia così, in quell’ottobre 1957, la storia di un italiano qualunque nato in Valmarecchia emigrante per necessità.

Sono anni in cui il Belgio apre le porte delle sue miniere di carbone a tanti immigrati come Antonio: in cambio otteneva una notevole crescita economica.

In queste pagine Valenti racconta le difficoltà dell’immigrato, la sofferenza figlia della solitudine e dell’emarginazione di un italiano all’estero, i sogni per un futuro migliore, la gioia fino alle lacrime per il ritorno in Patria. Ma sono descritte anche le paure per le prime discese nelle viscere della terra, e la disperazione per il terribile incidente avvenuto a 1.670 metri di profondità: poteva trasformarsi in una nuova Marcinelle, il disastro che causò la morte di 262 persone, di cui 136 italiani, nella miniera di carbone a Bois du Cazier, l’8 agosto 1956. Per fortuna le cose andarono diversamente, annodandosi con la lunga convalescenza e la solidarietà dei Belgi per ripartire e continuare a sperare.

Antonio Valenti, nato negli anni tra le due Guerre Mondiali, in questo libro ci racconta queste drammatiche vicende con lucida puntualità, e con meticolosità appassionata descrive ogni piccolo dettaglio, colore, sensazione: la sua storia di emigrato in Belgio per lavorare nelle miniere di carbone e poi tornato in Romagna, dove tuttora esiste l’Unione Minatori della Valmarecchia custode della memoria e del sacrificio dei tanti che presero la strada dell’emigrazione.

Una storia vera, coinvolgente e allo stesso tempo travolgente.

Il mio capo mi chiese: “è la prima volta che scendi in miniera?” gli risposi di sì. Egli continuò dicendo: “non aver paura, ti ci abituerai presto”.

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