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Il Millepiedi di Rimini punta sul lavoro di squadra


Il Millepiedi di Rimini punta sul lavoro di squadra
Anche nelle difficoltà legate alla pandemia, la cooperativa riminese ha saputo impostare una rapida ripresa
L'ultimo biennio non è stato semplice per Il Millepiedi, cooperativa riminese attiva nei servizi educativi da oltre trent'anni. Ma anche nelle difficoltà legate alla pandemia, il lavoro di squadra, la formazione del personale, l'innovazione e la creatività nei servizi, sono stati alla base di una rapida ripresa. “Abbiamo assunto più persone di prima: impieghiamo in modo stabile circa 500 tra dipendenti e soci lavoratori, tutti con qualifiche elevate - racconta Maurizio Casadei, socio fondatore della cooperativa e presidente -. Un traguardo notevole, ripensando ai 300 FIS attivati tra marzo e giugno 2020. Mai avremmo pensato di vivere un'esperienza così drammatica. La crisi ha interpellato molto i nostri servizi, ma non ci siamo persi d'animo. Già nel secondo semestre 2020 eravamo ripartiti, con determinazione. Abbiamo cercato di ricostruire una nuova normalità, con creatività che erano impensabili fino a poco tempo prima”.

Sono tante le aree e i servizi attivati da Il Millepiedi: infanzia (nidi, scuole dell'infanzia, outdoor education); scuola e extrascuola, che impegna la maggior parte del personale (in oltre 13 comuni tra Rimini, Forlì, Cesena; 25 gruppi educativi territoriali, centri aggregativi); giovani (centri giovani, progetti di educativa di strada); famiglia (centri per le famiglie di Rimini, Valmarecchia, Rubicone). Poi l'area tutela e protezione sociale (centri di accoglienza mamma-bambino, cohousing, progetti per migranti); l'area inclusione sociale (gruppi appartamento e centri diurni per persone con disabilità); l'area comunità educative, che accoglie in comunità residenziali minori fuori famiglia; l'area ambiente con progetti di educazione ambientale nelle scuole. E la parte B, con l'area di inserimento lavorativo, sospesa ma non chiusa (legata a eventi di street food, feste). Sono presenti inoltre servizi specialistici di consulenza psicologica, e per la diagnosi e il trattamento dei disturbi del linguaggio e d'apprendimento.

Dall'autunno 2020 sono nate due nuove comunità integrate: Casa San Lorenzo (centro residenziale) e Calycanto (centro diurno), che accolgono bambini, preadolescenti ed adolescenti con disturbi psicopatologici o che presentano rilevanti difficolta comportamentali, psicologiche e relazionali, in collaborazione con la Fondazione San Giuseppe per l'aiuto materno di Rimini. La pandemia è stata anche l'occasione per ristrutturare Il Millepiedi: “Tutto il personale con ruoli di responsabilità - prosegue Casadei - è stato messo in formazione”. Un ruolo importante inoltre è quello svolto dall'ufficio bandi interno alla cooperativa: “I nostri servizi dipendono in larga parte da bandi che scadono e devono essere confermati con progetti di qualità, per dare continuità ai servizi sviluppati con l'ente pubblico: coprogettazione, accordi di programma, convenzioni. Oltre a quelli che invece sono rivolti direttamente al privato”.

Un riconoscimento importante è stato il Premio Innovatori Responsabili dell'Emilia Romagna, che la cooperativa ha vinto nel 2020 con il progetto Mille Orti per la Città, per l'inserimento lavorativo di persone con disabilità, realizzato assieme all'associazione di volontariato Crescere Insieme. “Oltre alla creatività, l'attenzione all'innovazione è uno spirito che ci unisce tutti. Ed è stata autentica la soddisfazione quando diversi ragazzi che hanno partecipato a questo progetto sono stati assunti dagli alberghi che avevano comprato primizie nei loro orti”.

Nel successo della cooperativa, non va dimenticato quello che Casadei definisce “il gioiello” del Millepiedi: l'ufficio di direzione “che unadue volte la settimana si incontra, presidia, progetta, organizza l'attività con un lavoro di squadra”. Nel 2021 si sono festeggiati anche i 30 anni della Legge 381: “Noi della cooperativa sociale Il Millepiedi come tutti i ‘veri' cooperatori sociali, dobbiamo molto a questa legge: le nostre vite si sono modellate su quelle parole dell'art. 1 che richiamano ‘l'interesse generale della collettività'. Ne siamo rimasti così coinvolti che abbiamo deciso di spenderci la vita”

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