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Ravenna, all'asta dieci opere di Luca Barberini per sostenere il centro giovanile Quake


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 L'artista: “Raccolti 5600 euro per questo spazio di aggregazione che fa un lavoro indispensabile sul territorio”
È una storia di arte e solidarietà, quella andata in scena al centro giovanile Quake di Ravenna, spazio di aggregazione per giovani fra gli 11 e i 17 anni di proprietà del Comune di Ravenna e gestito dal consorzio Selenia, di cui è parte anche il Consorzio Solco di Ravenna. Proprio al Quake, infatti, l'artista Luca Barberini ha di recente messo all'asta alcune opere del suo progetto “Via di Roma 136”, destinando l'intero ricavato alle attività del centro.

Barberini, com'è nata questa idea?
“Due anni fa ho avuto il piacere di collaborare con Quake per un workshop artistico. È stato un progetto per me illuminante, mi ha permesso di scoprire la funzione sociale assolutamente necessaria che questa realtà svolge sul territorio, per dare una risposta a situazioni di marginalità sociale che accadono a pochi passi da noi. Da lì ho deciso che avrei voluto fare qualcosa a mia volta per sostenere le attività del centro. Ed è nata l'idea dell'asta”.

Quali opere sono state messe in vendita?
“Dieci mosaici della serie ‘Via di Roma 136'. È un progetto a cui ho lavorato per 8 anni, nato sull'onda di quella curiosità irrefrenabile che noi tutti avvertiamo, quell'impulso a sbirciare, magari dentro le case o dentro le vite delle persone. Ho immaginato un grande condominio, identificato dall'indirizzo del mio studio a Ravenna, dove ogni finestra è un mosaico. Le scene sono le più disparate, pop, a volte surreali; le ho create lasciandomi ispirare da suggestioni quotidiane. Dal 2013 il progetto è cresciuto molto e grazie alla catalogazione online, anche attraverso i social network, i mosaici sono stati acquistati da collezionisti di tutto il mondo. All'asta di beneficenza ho destinato le ultime dieci opere della serie, arrivata così a 2000 esemplari”.

Com'è andato l'evento?
“Molto bene, è stata un'occasione per far conoscere Quake oltre i confini locali, sensibilizzando il pubblico. Per l'occasione ho allestito i muri del centro con una riproduzione di tutti i 2000 mosaici della serie. Ne è nata quasi una mostra di contorno, che ha funzionato molto bene. La basa d'asta di ogni opera era 200 euro, alla fine abbiamo raccolto 5600 euro, con l'ultima opera battuta a quota 1360. Sto aspettando di ricevere tutti i pagamenti e a quel punto donerò l'intero importo al consorzio Selenia, che lo userà per le attività del centro. So che hanno già diverse idee in cantiere”.

Ne scaturisce anche una riflessione sul ruolo dell'arte…

“Un aspetto che mi è molto piaciuto del workshop al Quake è stato mostrare a ragazzi e ragazze che l'arte è anche un mestiere e di arte si può vivere. Io faccio l'artista a tempo pieno da circa 10 anni. Ho scelto il mosaico come tecnica prevalente, ma sono più interessato al risultato finale, a ciò che trasmette, più che al procedimento. Tant'è vero che nell'arte contemporanea il mosaico è spesso visto come un retaggio antico: con ‘Via di Roma 136' ho cercato di sovvertire un po' questa percezione, sviluppando un progetto che avesse un ritorno sia sociale che economico, e che fosse inequivocabilmente attuale. Ora si è concluso, ma mi ha aperto molti orizzonti sia per nuove opere che per nuovi progetti. Sicuramente tornerò a collaborare con cooperative o associazioni per eventi di solidarietà, è qualcosa a cui voglio dare continuità”.

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