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Codice della crisi d'impresa: entro agosto organi di controllo in azienda


Codice della crisi d
Piano industriale, budget e business plan saranno gli strumenti fondamentali per affrontare la nuova normativa
Il nuovo Codice della crisi d'impresa e dell'insolvenza, entrato in vigore nei mesi scorsi, diventerà pienamente operativo a partire da agosto e cambierà, e di molto, il modo di fare impresa delle aziende italiane, soprattutto quelle di piccola e media dimensione.
“La prospettiva di gestione cambia completamente e le imprese, sulla base ovviamente delle dimensioni, saranno tenute ad adeguare il proprio assetto organizzativo, amministrativo e contabile introducendo strumenti quali controllo di gestione, piano industriale, budget e business plan - evidenzia Roberto Righetti, direttore del centro servizi Linker Ravenna-Rimini -”.

I controlli sulla gestione
Sostanzialmente il nuovo codice nasce per evitare che molte imprese entrino in situazione di default, senza rendersene conto in tempo utile, grazie all'introduzione di alcuni indicatori che possono segnalare in anticipo eventuali situazioni di crisi o debolezza: “Gli organi di controllo che dovranno essere introdotti in azienda, ossia sindaci e revisori, vigileranno su tali indicatori, segnalandoli in primo luogo all'impresa e in seconda istanza all'Ocri, Organismo di composizione della crisi istituito presso la Camera di commercio di competenza - prosegue Righetti -. A quel punto l'impresa avrà 90 giorni per riportare l'azienda in sicurezza, trascorsi i quali verrà attivata una delle procedure previste dal codice. Rimane ferma per le cooperative la liquidazione coatta amministrativa anche se occorrerà bene comprendere, in base alle indicazioni ministeriali, come si coniughi con tali nuovi meccanismi”.
Le nuove procedure incideranno sui costi dell'impresa ma saranno compensate da una maggiore solidità e certezza della gestione: “La cosa che, ad oggi, spaventa di più le piccole cooperative sono proprio i costi - sottolinea Andrea Pazzi, direttore di Confcooperative Ravenna-Rimini -. Un collegio sindacale, per fare un esempio, può costare anche dai 7 ai 10mila euro all'anno per una piccola o media cooperativa che è obbligata a dotarsi di questo organo non è una spesa da poco. Si aggiungono costi anche a realtà spesso fragili e auspichiamo che, nei prossimi mesi, si concretizzi con maggiore chiarezza un sistema che sia ben adeguato alle dimensioni dell'impresa da tenere sotto controllo”.

Più responsabilità per gli amministratori
La normativa introduce anche nuove responsabilità in capo agli amministratori e anche questo, soprattutto nel caso delle cooperative, è un'evoluzione non da poco perché spesso i consigli di amministrazione sono molto numerosi e non sempre i soci sono adeguatamente formati per il ruolo che rivestono o andranno a rivestire. In particolare, nel codice civile, è stato introdotto un cambiamento sostanziale e l'art. 2486 adesso recita così: “Quando è accertata la responsabilità degli amministratori a norma del presente articolo, e salva la prova di diverso ammontare, il danno risarcibile si presume pari alla differenza tra il patrimonio netto alla data in cui l'amministratore è cessato dalla carica o, in caso di apertura di una procedura concorsuale, alla data di apertura di tale procedura e il patrimonio netto determinato alla data in cui si è verificata una causa di scioglimento di cui all'articolo 2484”.
“Da anni noi mettiamo in campo una formazione rivolta proprio ai componenti, anche neoeletti, dei consigli di amministrazione delle cooperative - prosegue Pazzi -. Quest'anno, tra l'altro, all'interno di questo progetto abbiamo dedicato un modulo specifico proprio alla normativa sulla crisi d'impresa”.

Formazione al centro
Ed è proprio la formazione uno dei fulcri della riforma perché, se adeguatamente utilizzata, potrebbe rappresentare un trampolino importante per le imprese che riescono a integrare la nuova visione prevista dal Codice della crisi: “Non tutti i responsabili amministrativi delle cooperative che seguiamo, mi riferisco soprattutto alle realtà di piccola e media dimensione, sono oggi in grado di supportare le cooperative in questo percorso - conclude il direttore di Linker RavennaRimini -. Per questo motivo la nostra struttura ha deciso di mettersi al servizio delle associate e sostenere gli amministrativi e gli amministratori in percorsi dedicati ad approfondire le proprie competenze sul controllo della gestione, consentendo l'introduzione di strumenti di forward looking (guardare avanti), che implichino la pianificazione delle attività (piani di business, budget, gestione della tesoreria, ecc..). Non si potrà più continuare ad imparare a posteriori (backward looking), magari sei mesi dopo la chiusura dell'esercizio, com'è andata la gestione”. 

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