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Avviato un protocollo d'intesa tra le Unioni in attesa della fusione


Avviato un protocollo d
I presidenti Carlo Dalmonte e Luca Bracci: “Il documento ci permetterà di lavorare in maniera congiunta su più fronti, in particolare quello dei servizi per le associate”
È stato siglato il protocollo di intesa per avviare nella pratica la collaborazione tra Confcooperative Ravenna e Confcooperative Rimini, in attesa che si concluda l'iter formale che condurrà alla fusione delle due Unioni provinciali.
“Abbiamo deciso di mettere nero su bianco un programma che permetta alle due strutture di lavorare in maniera congiunta su più fronti, in particolare quello dei servizi rivolti alle associate, accorciando così i tempi richiesti dall'ufficializzazione dell'unione - spiegano Carlo Dalmonte e Luca Bracci, rispettivamente presidenti di Confcooperative Ravenna e Confcooperative Rimini”. La notizia della fusione delle due Unioni provinciali circola già da diversi mesi: “In pratica stiamo andando nella direzione richiesta e indicata dalle nostre imprese - sottolinea Dalmonte -. Sono le cooperative che richiedono una rappresentanza più veloce ed efficiente, che rispecchi i modelli di diversi altri Enti e Organizzazioni del territorio che ragionano su dimensioni extra provinciali già da diverso tempo, nonostante la riforma delle province sia rimasta incompiuta”.

L'iter formale di fusione è stato avviato nel mese di dicembre del 2017 con la delibera dei Consigli provinciali delle due Unioni. Il secondo passo del percorso è stato ufficializzato a febbraio del 2018 con l'approvazione all'unanimità del Consiglio regionale di Confcooperative ER: “Adesso siamo in attesa degli ultimi step - continua Luca Bracci -: il via libera del consiglio Nazionale della nostra associazione cui seguirà l'assemblea con il notaio, in cui formalmente daremo vita alla nuova compagine. Accanto a questo percorso formale c'è, comunque, un percorso sostanziale già avviato, come hanno dimostrato le nostre cooperative che hanno scelto già di costituirsi in uniche Federazioni di settore con le recenti assemblee (approfondimento a pagina 11 nda)”.

I punti di forza e gli obiettivi del progetto di unificazione sono tanti: “Sicuramente - sono d'accordo i due presidenti - il processo di aggregazione porterà a una riorganizzazione del personale, riorganizzazione che vuol dire specializzazione delle professionalità, maggiore presenza sui territori e avviamento di un'economia di scala che abbasserà i costi a favore di nuovi investimenti sui servizi per le cooperative. In secondo luogo una struttura più snella e flessibile ci darà la possibilità di cogliere in maniera più tempestiva le opportunità del mercato e tramutarle in stimoli per le nostre cooperative. Infine, terzo ma non ultimo per importanza - concludono Dalmonte e Bracci - unirsi è importante perché ci permetterà di diventare un sindacato più rappresentativo nei rapporti con le istituzioni e di tutelare al meglio gli interessi delle nostre imprese”.

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