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Gli strumenti di Confcooperative per rigenerare un'impresa in fallimento


Gli strumenti di Confcooperative per rigenerare un
Formazione, supporto amministrativo e accesso a linee di finanziamento: così i dipendenti diventano soci, acquisiscono l'azienda e salvano i propri posti di lavoro
Il workers buyout è un processo che prevede l'acquisizione di un'impresa in difficoltà da parte dei suoi stessi dipendenti. “Ci sono vari motivi per cui un'impresa può entrare in crisi - spiega Andrea Pazzi, direttore di Confcooperative Ravenna Rimini -: problemi legati al business, una gestione che va verso un default oppure un imprenditore che si ritira senza una successione. In tutti questi casi, la cooperazione ha messo a punto degli strumenti attraverso cui i lavoratori possono tutelare la propria continuità lavorativa e diventare imprenditori di se stessi”. È importante che l'impresa da rigenerare abbia un mercato reale o potenziale in cui trovare sbocco produttivo, e non si tratti dunque di un'attività in crisi strutturale. A queste condizioni, con le maestranze che si impegnano per ricostruire il business, ci sono casi di grande successo, sia internazionali che nazionali, come la ravennate Raviplast che, nata dalle ceneri della Pansac, è giunta oggi ad acquistare la propria sede storica (vedi box). “Confcooperative ha messo a punto una linea di intervento con il proprio centro servizi Linker per affiancare chi desidera sondare quest'opportunità - spiega Pazzi -. Si parte dalla formazione rivolta ai lavoratori che vogliono diventare soci, per approfondire le potenzialità del modello e le differenze rispetto alla precedente gestione. Poi c'è il supporto tecnico per la parte burocratico-fiscale e la stesura del business plan: se l'analisi mostra un prospetto negativo, ci si ferma qui. Viceversa, e succede nella la maggior parte dei casi, si procede con la costruzione dello statuto e con un affiancamento nei servizi che può durare alcuni anni, a costi agevolati”. Un punto importante riguarda i finanziamenti: i soci possono investire nell'impresa un capitale derivante dai tfr del fallimento, dunque senza ricorrere a liquidità personali, e integrarlo con linee di finanziamento. A queste si può accedere tramite Fondosviluppo, il fondo nazionale che opera in sinergia con il sistema dl credito cooperativo locale e altri istituti bancari. “In questo modo si entra a far parte del mondo cooperativo - conclude Pazzi -, con tutti i vantaggi e le relazioni produttive e commerciali che possono attivarsi con le altre imprese della rete. Nei casi di aziende in difficoltà, quella del workers buyout è un'opportunità da valutare seriamente: non consta nulla e può davvero rigenerare un'impresa mantenendo i posti di lavoro”. Per informazioni, è possibile contattare la referente del servizio sviluppo nuove imprese di Confcooperative, Elena Pietrella: pietrella.e@confcooperative.it

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