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Intervista a Roberto Savini, neopresidente di Confcooperative Consumo e utenza


Intervista a Roberto Savini, neopresidente di Confcooperative Consumo e utenza
Eletto all'unanimità dall'assemblea nazionale, il vicepresidente di Cofra prende il posto di Pierluigi Angeli
È il faentino Roberto Savini il nuovo presidente di Confcooperative Consumo e Utenza. Savini, attuale vicepresidente della cooperativa Cofra di Faenza, succede all'uscente Pierluigi Angeli, dopo essere stato eletto all'unanimità dall'assemblea nazionale.

Innanzitutto complimenti e congratulazioni. Si aspettava un'affermazione così significativa?
“Rappresentavo già a livello regionale la Federazione: si sono venute a creare le circostanze per cui a esprimere il presidente doveva essere la Federazione dell'Emilia-Romagna, perciò mi sono reso disponibile. Non me lo aspettavo qualche mese fa, ma poi tutto è andato in questa direzione”.

Cosa emerge dall'analisi dei consumi realizzata in occasione dell'assemblea?
“Nonostante gli indici e i dati economici esprimano una ripresa del contesto economico nazionale, non si registra un corrispondente aumento dei consumi da parte delle persone. La ripresa economica è figlia principalmente dell'aumento delle esportazioni, ma questo aumento di ricchezza non ha provocato un trasferimento di tale ricchezza sui consumi, sui quali c'è ancora un po' di crisi. Oggi, abbiamo una clientela polarizzata, con molta differenza fra chi può spendere - è infatti aumentata la spesa dei beni di lusso - e chi invece non ne ha la possibilità e si concentra così solo sui bisogni primari”.

In che direzione deve andare la politica per cercare di risolvere questa situazione?
“Per prima cosa occorre risolvere il problema dell'occupazione, in particolare nel Sud Italia, regione in cui i dati sono nettamente più bassi rispetto alla media nazionale. Inoltre, bisogna tener conto del fattore demografico: l'età media cresce sempre di più e logicamente gli anziani tendono a consumare molto meno rispetto a una famiglia di età intorno ai quarant'anni”.

Nel suo intervento ha parlato a lungo di cooperative di comunità. In cosa consistono e come pensa possano aiutare l'Italia?
“Oggi abbiamo tanti territori ai margini, in cui cala la popolazione e spesso scompaiono i servizi. In questi casi a tenere in vita i servizi è spesso una cooperativa di consumo già presente nel territorio, in grado di farsi carico dei bisogni delle persone adempiendo anche a una funzione sociale. In questi casi si parla di SIEG (Servizi d'Interesse Economico Generale) e credo che in futuro potranno essere sempre più diffusi”.

In ultimo, veniamo all'eventuale aumento dell'Iva. Cosa si rischia?
“L'Iva si scarica sempre sul consumatore finale: se dovesse aumentare, il conseguente aumento dei prezzi porterebbe a un'ulteriore depressione dei consumi. Se i prezzi invece dovessero rimanere costanti, le aziende lungo la filiera vedrebbero calare i propri margini e conseguentemente sarebbero costrette a ulteriori tagli sui costi”.

Da presidente, quali saranno i temi sui quali si concentrerà maggiormente nell'immediato futuro?
“Per prima cosa le cooperative di comunità. Inoltre, i nuovi bisogni sono importanti, in particolare quelli legati al tema energetico e allo sviluppo sostenibile. Il green è un obiettivo delle Nazioni Unite entro il 2030 e anche noi come cooperazione dobbiamo muoverci in tal senso”.

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