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Confcooperative chiede un'Europa più sociale e cooperativa


Confcooperative chiede un
Le richieste della cooperazione ai futuri europarlamentari, in vista delle prossime elezioni 
In vista delle elezioni europee che si terranno il 26 maggio una speciale commissione di Confcooperative ha stilato un documento, il position paper, che racchiude tutte le richieste e le indicazioni che la Confederazione indirizza ai parlamentari che verranno eletti. Il documento tocca ogni aspetto dell'economia e del welfare che può interessare il movimento cooperativo e i cooperatori che ne fanno parte e che in Europa costituiscono una forza pari a 13,5 milioni di soci e 1 milione e 350mila occupati, per un fatturato di quasi 161 milioni di euro.

“L'Europa che vogliamo è un'Europa dei diritti, delle opportunità, della sussidiarietà, della sostenibilità, dell'economia sociale e della collaborazione tra i paesi membri” si legge nel position paper: un'Europa più cooperativa quindi.

Governance
Confcooperative auspica nel lungo periodo il raggiungimento di un'unione politica vera e propria, nel frattempo propone, per alcune materie importanti, una sovranità condivisa tra gli stati e l'Unione, in cui il Parlamento europeo giochi un peso più preponderante in materia decisionale e legislativa.

Le macro questioni da affrontare
Vengono evidenziate tre tematiche prioritarie:
  • il bilancio europeo 2021-2027 e le politiche di coesione;
  • il completamento dell'unione bancaria, dei mercati di capitali e il trattamento prudenziale dei titoli di stato;
  • i diritti sociali e la sostenibilità.
Ciò che si chiede, in sintesi, è di lavorare per la riduzione delle disparità economiche all'interno delle nazioni e tra di esse, attraverso un piano di risorse stanziate non in base al Pil pro capite (come avviene oggi), ma tenendo anche conto di indicatori del mercato del lavoro, demografici e climatici; di non frenare il credito alle micro-piccole e medie imprese meritevoli; di promuovere politiche incentrate non sull'austerity di bilancio che caratterizza il “Fiscal Compact” ma su una strategia che miri alla salvaguardia dei diritti sociali, basata sulla promozione, tra le altre cose, del lavoro di qualità, dell'accesso alla protezione sociale e sanitaria, del contrasto alla povertà, dell'inclusione sociale, della formazione, della conciliazione vita-lavoro e delle politiche di genere: in ultima analisi un “Social Compact” che sia coerente con gli obiettivi dell'Agenda 2030 dell'Onu.

I dossier cooperativi
Il documento contiene infine tutti i dossier e le proposte che la Federazione ha presentato nei vari tavoli decisionali di ogni settore cooperativo. Si va dalle richieste del mondo agricolo di mantenere le risorse e gli obiettivi iniziali della Politica agricola comune, a quelle di maggiori accordi di libero scambio con i mercati esteri, in particolare quelli del Nord America; dalla riforma delle direttive sugli appalti pubblici a una maggiore attenzione verso il privato sociale come erogatore di servizi di welfare; dall'aumento delle risorse stanziate per un settore cruciale come quello culturale, alla promozione dell'housing sociale come risposta alle esigenze abitative. Sì all'Europa quindi, ma a un Europa diversa, che può e deve cambiare.

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