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Filiera del grano duro: mercato sconvolto dal lockdown


Filiera del grano duro: mercato sconvolto dal lockdown
Iniziale impennata dei consumi di pasta, prevista ulteriore contrazione delle riserve mondiali di frumento duro, sotto la minaccia della recente siccità.
Nonostante le difficoltà logistiche presentate dal picco di domanda di grano duro e pasta la filiera è riuscita a mantenere costanti le forniture sui canali di distribuzione. Le scorte dei prodotti, tuttavia, continuano ad assottigliarsi a livello mondiale generando una crescita del prezzo e non poche preoccupazioni sulla qualità della prossima campagna produttiva.
È questo il quadro che emerge dal Durum Days 2020, l'evento svoltosi il 26 maggio tra tutti gli attori della filiera che ha visto in questa quinta edizione confrontarsi via web Assosementi, Cia-Agricoltori italiani, Confagricoltura, Copagri, Alleanza Cooperative Agroalimentari, Compag, Italmopa e Unione Italiana Food, con la partnership tecnica di Areté, con la collaborazione del Crea e con la partecipazione in veste di sponsor di Syngenta-PSB. La filiera del grano duro è alle prese con uno scenario non facile e assai imprevedibile, contraddistinto da fattori mutevoli e contrastanti; sul fronte della domanda, accanto all'azzeramento del canale della ristorazione, la grande distribuzione tra marzo ed aprile ha visto crescere i consumi di pasta del 24%. I picchi di aumento dei consumi (fino a oltre il +40%) registrati a marzo si sono però altrettanto repentinamente contratti fino ad attestarsi, già a partire da fine aprile, a cali fino al 10% rispetto all'anno precedente.
Seguendo la domanda, la filiera industriale si è subito messa in moto a ritmi sostenuti. La produzione di semola durante il lockdown ha avuto una crescita a due cifre (+15%), mentre molti pastifici, in alcune settimane, hanno raggiunto ritmi di produzione superiori al 100% della loro capacità, ottenuti attraverso una rimodulazione dei turni e una riduzione dei formati lavorati. L'introduzione delle procedure per garantire la sicurezza dei lavoratori e delle produzioni ha comportato strozzature e rallentamenti logistici, con un conseguente aumento generale dei costi di produzione.
Gli sforzi produttivi di questi mesi hanno contribuito a soddisfare la domanda dei consumatori in un momento di emergenza, ma a monte della filiera pasta rimane un mercato del grano duro con scorte ai minimi degli ultimi dieci anni. Il tutto in presenza di prezzi del grano duro che, all'inizio del lockdown, erano superiori del 25% rispetto all'anno precedente. C'è anche preoccupazione per la qualità del prossimo raccolto, per via della prolungata siccità. Ciò in uno scenario che vede crescere nel nostro Paese la richiesta di frumento di qualità e di origine italiana, in linea con l'attenzione crescente da parte dei consumatori verso la provenienza della materia prima e verso prodotti di qualità, di formati speciali e con più alto contenuto proteico.

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