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Il valore aggiunto dei sottoprodotti dell'industria enologica


Il valore aggiunto dei sottoprodotti dell
 Il progetto Biovale di Ager presentato in Caviro Extra a Faenza: tecnologie di recupero per l?estrazione di bioenergia dalle vinacce
Si chiama BIOVALE il progetto innovativo di recupero dei sottoprodotti della vinificazione promosso da Ager (Agroalimentare e ricerca) e presentato nei giorni scorsi in Caviro Extra a Faenza durante il workshop «Il valore aggiunto dei sottoprodotti dell'industria enologica».

«BIOVALE è uno dei più importanti progetti di recupero legati al settore vitivinicolo che siano mai stati finanziati - evidenzia Rosa Prati, responsabile dell'area Ricerca e Sviluppo di Caviro -. Le tecnologie messe a punto all'interno di BIOVALE sono assolutamente futuribili e, già nei prossimi mesi, potrebbero essere integrate con successo nella filiera». Le tecnologie di recupero perfezionate all'interno del progetto, standardizzate e replicabili in molte industrie enologiche, hanno infatti già superato la fase di sperimentazione grazie a progetti pilota messi a punto in collaborazione con le Università di Udine, Bologna e Roma “Tor Vergata”.

Nel dettaglio, BIOVALE include la tecnologia SFE - Supercritical Fluid Exatraction, che prevede l'estrazione dalle vinacce di composti bioattivi utilizzando "anidride carbonica supercritica", ossia in condizioni di alta pressione e senza uso di solventi chimici dannosi alla quale si affianca una tecnologia che trasforma i sottoprodotti della produzione vinicola in bio-elettricità attraverso un sistema di celle a recupero di energia (Microbial Fuel Cells).

Il progetto BIOVALE punta quindi sul concetto di “bioraffineria” intesa come trasformazione di biomassa in un'ampia gamma di bio-prodotti e di bioenergia. Secondo la Commissione Europea le bioraffinerie saranno centrali per migliorare l'efficienza dell'utilizzo delle risorse e la prevenzione della produzione di rifiuti in un'ottica di economia circolare.


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